IPNOSI

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Che cos’è l’ipnosi e perché è uno strumento altamente valido in terapia.

 

Alla fine dei miei studi universitari ho avuto il primo incontro con l’ipnosi frequentando una prima formazione su tale tema a Torino.

 

Ma il vero forte incontro emotivo con l’ipnosi è avvenuto durante il mio lavoro a Bruxelles, quando ho assistito a qualche intervento della professoressa Marie-Elisabeth Faymonville del “Centre Hospitalier Universitaire” di Liegi effettuato con ipnosedazione: il paziente riceveva una bassa dose di sedativo, per il resto era sotto ipnosi. In questo modo, gli effetti secondari dell’anestesia generale sono aggirati e il paziente si riprende molto più rapidamente, riducendo lo stress proprio dell’intervento. La pratica e gli effetti terapeutici dell’ipnosi in campo medico furono così sorprendenti per me che decisi di iscrivermi a una formazione proposta da medici e psicologi a Parigi per apprendere l’ipnosi medica presso l’AFEHM, Association Française  pour l’étude de l’Hypnose Medicale:  http://www.hypnose-medicale.com

 

Da allora l’utilizzo come strumento psicologico aggiunto, in quei casi in cui reputo possa dare risultati migliori: per esempio, nella gestione dello stress, dell’ansia generalizzata, delle fobie, delle dipendenze da fumo o alimentari, nell’alleviamento del dolore acuto o cronico, …….

 

Per quanto sia scontato per i professionisti dell’ipnosi, vale comunque la pena ricordare che l’ipnosi medica non ha niente di quell’aspetto “spettacolare” proprio degli spettacoli televisivi, teatrali o circensi. Così come è importante ricordare che durante l’ipnosi il paziente non perde mai il contatto con la realtà e mantiene sempre il suo potere decisionale: in breve non diventa un automa in balia dell’ipnoterapista.

 

Ma cosa è l’ipnosi? E’ uno stato di veglia intensa, in cui il soggetto sperimenta la propria potenzialità di anticipare e trasformare i propri comportamenti, attitudini e azioni. Attraverso l’ipnosi, il paziente, lontano dall’essere osservatore passivo, determina attivamente la sua capacità di relazione con sé, con gli altri e con l’ambiente.

 

Léon Chertok posiziona l’ipnosi all’incrocio tra psichico e organico. Dopo la veglia, il sonno e il sogno, l’ipnosi diventa il quarto stato dell’organismo.

 

François Roustang si riferisce all’ipnosi come a uno stato di “veglia paradossale”, in quanto da una parte si constata un’immobilità del corpo come nello stato di sonno, dall’altra invece le caratteristiche proprie della coscienza in stato di veglia diventano più acute, più vivaci: il soggetto è particolarmente attento a ciò che accade in lui e per lui, utilizzando e potenziando tutte le sue risorse, anche quelle ‘inibite’ nel suo ordinario stato di coscienza (veglia ristretta), aprendosi quindi alla modalità del possibile (veglia generalizzata).

 

Metodi neuroscientifici di investigazione moderni come la PET (tomografia a emissione di positroni), la IRMf (imagerie per risonanza magnetica funzionale) e la MEG (magnetoencefalografia) hanno saputo dimostrare scientificamente la capacità di produrre modifiche in quelle aree cerebrali deputate all’elaborazione delle informazioni sensoriali e emozionali oggetto specifico delle suggestioni ipnotiche.

 

VEDI libro “L’Autoipnosi per vivere meglio“, Come liberarsi da ansie, stress e ritrovare il proprio potenziale creativo con 32 esercitazioni autoipnotiche accompagnate da file audio scaricabili online https://www.psicologiadellessere.it/category/news/